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PERCHÉ NO / Carlo Scarpa Economista. Aiutare solo un settore significa punire gli altri

di Franco Vergnano

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4 ottobre 2009

Per quali motivi si devono incentivare le auto e non, per esempio, gli elettrodomestici? Parte da una domanda il ragionamento del parmense Carlo Scarpa, ordinario di Economia industriale e di Politica della concorrenza a Brescia.

Perché lei è decisamente contrario agli incentivi per le vendite di automobili? Non si è sempre detto che questi aiuti servono anche per sostenere l'intero indotto della filiera meccanica, del suo indotto e pure dei piccoli subfornitori?
Cominciamo dalla coda. Specie nell'Italia dei distretti e delle Pmi, anche gli altri settori, per esempio gli elettrodomestici o l'arredamento o il tessile, alimentano una rete di lavorazioni, dalle più complesse alle più semplici, come quelle "di fase". Io non ce l'ho con l'auto. Anzi. Sono stato tra quelli che hanno esultato quando Marchionne ha fatto accordi in Usa. Certo dobbiamo riconoscere che ci sono magari altri settori che sono meno dipendenti dall'estero o che hanno una bilancia commerciale migliore.

Lei ne fa quindi una questione di corretta politica industriale?
Dal momento che le risorse, per definizione, sono limitate, aiutare un settore significa danneggiare tutti gli altri. Il concetto è che non si devono spostare sostegni dai comparti sani a quelli malati distorcendo il modo in cui gli aiuti vengono distribuiti.

Questo lo ha capito anche Bruxelles che ha deciso, almeno formalmente, di cancellare i sostegni "verticali" a favore di quelli "orizzontali".
Esattamente. Inoltre io sostengo che la Fiat non ha bisogno di questi aiuti. La società sta bene sotto l'aspetto finanziario. Credo che oggi possa tranquillamente andare con le sue gambe sui mercati mondiali sia per stringere accordi sia per proporre la sua filosofia produttiva.

Dal suo atteggiamento si percepisce un forte senso di delusione. Perché?
Ad essere sincero, per qualche tempo mi ero illuso che la Fiat di Marchionne fosse cambiata. Invece siamo tornati alle vecchie abitudini. È il ritorno "al solito". Una caduta di stile. Devo ammettere che mi sono sbagliato. C'è un termine che serpeggia in giro e che rappresenta bene gli umori profondi delle persone. Una parola che tanti stanno usando in questi giorni, ma nessuno osa scrivere.

Ci faccia capire bene il suo pensiero...
Vogliamo dirla nel modo più semplice e brutale possibile? Se proprio dobbiamo dare soldi alla Fiat perché altrimenti alcuni stabilimenti del Sud diventano a rischio, allora concediamoli. In cambio però di un piano industriale e di sviluppo finalizzato agli impianti che sono in difficoltà. Si devono sviluppare modelli che consumino meno, siano più ecologici e sappiano conquistarsi altre fette di mercato. Servono auto che vadano a intercettare le tendenze emergenti.

4 ottobre 2009
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